Il termine informale fu coniato in Francia negli anni Cinquanta per
indicare la tendenza verso un nuovo modo di creare immagini senza il ricorso alle forme riconoscibili, precedentemente
usate, come il Cubismo e l'Espressionismo.
Ma già tra il 1910 e il 1945 pittori europei trasferiti a New York (Masson, Duchamp, Kandinskij, Mondrian ed Albers) stavano orientando in questo senso il gusto pittorico.
Le ragione dell'Arte Informale

Il rifiuto della "forma" era già un concetto dell'Arte Astratta, dell'Action painting, del Tachisme, dell'Espressionismo astratto, più altri movimenti che ritraevano gli oggetti senza rispettarne le forme ed i colori, attingendo solo alla visione o immaginazione dell’artista, ma rimanendo pur sempre forme.
Gli artisti riconducibili a questa tendenza hanno dato origine a opere estremamente diversificate, ma spesso caratterizzate da libere pennellate e densi strati di colore, segni e metodi all'insegna dell'improvvisazione, in modo che l'evento artistico, svuotato da qualsiasi residuo valore formale, si esaurisca con l'atto stesso della sua creazione.
Le correnti nell'Informale
Oggi s'individuano, nell’ambito dell’Informale, due correnti principali: l’informale gestuale e l’informale materico.
A queste due tendenze devono essere aggiunti altri due segmenti: lo spazialismo e la pittura segnica.
Alcuni componenti della Corrente Informale realizzano una pittura d'azione in cui il colore è steso con gesto istintivo, quasi violento. Altri artisti inventano la pittura segnica, fatta di motivi e segni che si richiamano a caratteri di scritture inventate, altri ancora realizzano la pittura materica, eseguita con particolari impasti o accostamenti di materiali eterogenei.
L'Informale Gestuale - Action painting

Suo maggior rappresentante è Jackson Pollock.
La sua tecnica pittorica consisteva nello spruzzare o far gocciolare i colori sulla tela senza alcun intervento manuale.
Le immagini così ottenute si presentano come un caotico intreccio di segni colorati, in cui non è possibile riconoscere alcuna forma.
I quadri informali sono pertanto la negazione di una conoscenza razionale della realtà e la rappresentazione di un universo caotico, unica testimonianza dell’essere e dell’agire.
In ciò si lega molto profondamente alle filosofie esistenzialistiche di Jean Paul Sartre, di Maurice Merieau Ponty ed Albert Camus, piene di pessimismo ed angoscia, testimonianti il vuoto di certezze e di fiducia nella ragione umana
Il "Farsi" dell'Arte Informale

Nel "gesto" non v'è alcun momento cosciente, che cerchi di razionalizzare o spiegare ciò che proviene dall’inconscio.
Uno dei grandi fascini di quest’arte risiede proprio nel suo "farsi". Da essa derivano tutte quelle esperienze successive, quali il comportamentismo, la body art o le performance, in cui il risultato estetico non risiede più nell’opera compiuta, ma solo nel vedere l’artista all’opera.
Tra i principali artisti americani dell’action painting ricordiamo, oltre a Pollock, Willem de Kooning e Franz Kline.
L'Informale materico

Con l’Arte Informale i pittori si appropriano della problematica del contrasto o prevalenza della materia sulla forma, che aveva già interessato Michelangelo.
L’Arte Informale Materica inizia nello stesso anno in cui Pollock inventa l’action painting: il 1943.
Protagonista è il pittore francese Jean Fautrier, che, rifacendosi alle esperienze del Cubismo sintetico di Picasso e Braque ed alle ricerche surrealiste di Max Ernst, inserisce nei suoi quadri materiali plastici che emergono dalla superficie del quadro.
In tal modo rompe il confine tra immagine bidimensionale e immagine plastica, proponendo opere che non sono più classificabili nelle tradizionali categorie di pittura o scultura.
I Materiali dell'Arte Informale materica

Burri, in particolare, propone opere dalla singolare forza espressiva, ricorrendo a materiali poveri: legni bruciati, vecchi sacchi di juta, lamiere e plastica.
Dopo aver debuttato come pittore figurativo, Burri passa attraverso l'astrattismo per approdare alla pittura Informale diventando una delle figure più rappresentative con Renato Birolli, Mario Ballocco, Giuseppe Capogrossi, Ettore Colla, Emilio Vedova, Giuseppe Santomaso, Edmondo Bacci, ma soprattutto con Tancredi Parmeggiani.
Le opere più note di Alberto Burri sono le serie dei "Crateri", delle "Ferite", delle "Combustioni", dei "Sacchi", dei "Legni", dei "Ferri" e delle "Plastiche".
Arte informale e le scelte degli artisti

La materia si trova quindi in primo piano: un sacco, un rottame d'acciaio, un morbido pezzo di gomma, una fredda luce al neon, una scheggia di vetro, altro non sono che altrettanti atti artistici.
In questo senso l'arte diventa soprattutto scelta e questa nuova visione ne allarga il campo praticamente all'infinito.
Tutto può diventare arte, così come è possibile che nulla effettivamente lo sia.
Articolo molto esaustivo. Questo è il mio blog dove presento i miei lavori astratti.
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