
Andrea Mantegna nacque nella famiglia di un artigiano a Isola di Carturo, vicino a Padova, intorno al 1431. dai documenti risulta infatti che Andrea era "d'umilissima stirpe" e Andrea, ancora bambino, lavorava in campagna come
guardiano di bestiame. Isola di Carturo era un borgo agricolo fuori Padova che apparteneva al territorio di Vicenza, oggi è chiamato Isola Mantegna. Probabilmente la sua inclinazione artistica si rivelò presto, poichè il padre Biagio, falegname, presentò il figlio, che aveva circa dieci anni, alla bottega del pittore Francesco Squarcione a Padova. Infatti, dagli antichi documenti, tra gli allievi dello Squarcione risulta anche Andrea come "figlioccio depentore", a partire dal 1442-43. Si trattò di un'esperienza importante per la formazione di Andrea, perchè dal maestro, collezionista di statue e rilievi classici, oltre all'apprendimento della tecnica pittorica, ereditò anche l'interesse per l'antichità. Andrea rimase presso lo Squarcione fino al 1448, ma nonostante questo lungo apprendistato il suo stile si è rivelato subito piuttosto diverso da quello del maestro e dagli altri allievi, influenzato piuttosto dai nuovi e importanti stimoli culturali che offriva in quel momento l'ambiente padovano.
Andrea Mantegna. Baccanale con tinoBulino e puntasecca
La formazione di Andrea Mantegna avvenne nel vivace ambiente artistico di Padova, un importante centro culturale, sede della prestigiosa Università, dove fiorivano gli studi classici, di indirizzo filosofico, letterario e filologico. Il giovane artista si appassionò all'arte dell'antica Roma, fino a formarsi una solida cultura archeologica che diventerà una costante delle sue opere successive. Probabilmente Andrea entrò in contatto con quel particolare movimento artistico chiamato Preumanesimo padovano, una tradizione culturale risalente al XV secolo, sviluppatasi con gli studi sui testi antichi di Lovato Lovati, Albertino Mussato e soprattutto Francesco Petrarca. In seguito si arricchì delle conoscenze archeologiche di Giovanni Dondi. All'interno di moltre opere di Mantegna si può vedere come l'artista ha inserito frammenti e architetture di capolavori antichi che rivelano lo studio diretto sui pezzi originali, con ricostruzioni archeologiche di grande esattezza scientifica.

Andrea Mantegna. San Sebastiano. Dett.
Tempera e colla su tela. cm. 257X142. Parigi, Louvre.
Accanto all'interesse archeologico, è stata altrettanto fondamentale in questi anni di formazione la conoscenza dell'arte toscana e dell'opera di Brunelleschi, Donatello, Filippo Lippi, Andrea del Castagno e Paolo Uccello. E' da loro che Mantegna derivò il disegno costruttivo, l'impostazione dei volumi, la saldezza delle forme e il tratto sicuro e incisivo, ma soprattutto una costruzione prospettica rigorosa, che venne assimilata molto presto, come si può vedere già nel San Marcodi Francoforte, uno dei suoi primi dipinti firmati.
Lasciata la bottega dello Squarcione, 1448 circa il Mantegna iniziò la sua attività indipendente. In quell'anno iniziò anche una lunga vicenda giudiziaria, riportata dai documenti, in cui Andrea chiese al maestro il pagamento dei lavori eseguiti per lui durante il suo alunnato. Alla fine vedrà riconosciuti i suoi diritti.
Il primo periodo di attività

Andrea Mantegna. San Marco. 1448-49.
Francoforte, Stadelsches Kunstitut
Al 1448 risale la prima opera documentata e firmata di Mantegna. Si tratta della Madonna e santi, una pala d'altare per la chiesa di Santa Sofia a Padova. Il Vasari, primo biografo di Mantegna considera questo dipinto, purtroppo perduto, come un'opera giovanile dell'artista.
Al 1448-49 risale il San Marco ora conservato allo Stadelsches Kunstitut di Francoforte.
Nella Stessa Padova, Mantegna tra il 1449 e il 1454 Mantegna si trovò impegnato negli affreschi della Cappella Ovetari, prima commissione importante dopo la sua uscita dalla bottega dello Squarcione.

Andrea Mantegna. Storie di San Cristoforo. 1449-1454.
Affresco. Padova Chiesa degli Eremitani, Cappella Ovetari.
Sulle pareti della cappella, situata nel transetto destro della Chiesa degli Eremitani, l'artista dipinse le Storie di san Giacomo Maggiore, l'Assunzione della Vergine, i Quattro Dottori della Chiesa, e i santi Pietro, Paolo e Cristoforo.

Andrea Mantegna. Polittico di san Luca. 1453-55.
Tempera su tavola. Milano, Brera.
Coevo agli affreschi degli Eremitani è il bellissimo Polittico di San Luca, destinato al Convento di Santa Giustina, nella stessa Padova.
Di questo stesso periodo è anche il drammatico dipinto dell' Orazione nell'orto, oggi alla National Gallery di Londra.
Nel maggio del 1449 è documentata la sua presenza a Ferrara, alla corte degli Estensi. Qui ebbe l'occasione di arricchire la sua formazione. Mantegna entrò in contatto con i maestri ferraresi, appartenenti alla sua stessa formazione classica, ma abilissimi nella realizzazione di colori aspri e metallici, nell'uso virtuosistico delle linee di contorno e nella caratterizzazione delle fisionomie dei personaggi, dai volti molto incisivi. Alla corte estense Mantegna conobbe anche l'opera dei pittori fiamminghi, documentati alla corte di Lionello d'Este tra 1449 e 1459.
Tra queste presenze si può ricordare quella di Roger Van Der Weyden, che realizzò per gli appartamenti di Lionello una Deposizione già allora molto ammirata, soprattutto per il pathos della scena.
Nel maggio del 1449 è documentata la sua presenza a Ferrara, alla corte degli Estensi. Qui ebbe l'occasione di arricchire la sua formazione. Mantegna entrò in contatto con i maestri ferraresi, appartenenti alla sua stessa formazione classica, ma abilissimi nella realizzazione di colori aspri e metallici, nell'uso virtuosistico delle linee di contorno e nella caratterizzazione delle fisionomie dei personaggi, dai volti molto incisivi. Alla corte estense Mantegna conobbe anche l'opera dei pittori fiamminghi, documentati alla corte di Lionello d'Este tra 1449 e 1459.
Tra queste presenze si può ricordare quella di Roger Van Der Weyden, che realizzò per gli appartamenti di Lionello una Deposizione già allora molto ammirata, soprattutto per il pathos della scena.

Andrea Mantegna. Pala di San Zeno. 1457-60. Verona. Chiesa di San Zeno.
Nel 1456 Ludovico Gonzaga invitò Andrea Mantegna presso di lui, per sostituire Pisanello (morto non oltre il 1455) come pittore di corte. Andrea accettò, ma si trasferì a Mantova qualche anno più tardi, poichè aveva appena ricevuto la commissione da Gregorio Correr di dipingere la Pala di San Zeno, per la Basilica Maggiore di San Zeno a Verona, che sarà uno dei capolavori più noti dell'artista. Il dipinto, che rappresenta una delle innovazioni più originali del Quattrocento, conclude il periodo giovanile dell'artista ed è l'ultimo lavoro prima del suo definitivo trasferimento a Mantova, alla corte dei Gonzaga.
L'attività matura
A partire dal 1460 Mantegna è documentato a Mantova, dove rimase per tutto il resto della sua vita, intervallando la sua permanenza con alcuni viaggi.
Nel 1466 è a Firenze e nel 1467 in Toscana. Tra il 1486 e il '90 è documentata la sua presenza a Roma, incaricato di dipingere i perduti affreschi della Cappella di Innocenzo VIII, in Vaticano, distrutti nel 1780.
A parte questi brevi spostamenti, Mantegna a Mantova diventò uno dei principali protagonisti della "renovatio urbi" promossa da Ludovico Gonzaga.
Dal 1460 fu impegnato nella decorazione della Cappella del Castello di San Giorgio, che comprende tra le opere più importanti, il Trittico degli Uffizi, il dipinto con la Morte della Vergine del Prado, e la Resurrezione di Londra.
Nel 1466 è a Firenze e nel 1467 in Toscana. Tra il 1486 e il '90 è documentata la sua presenza a Roma, incaricato di dipingere i perduti affreschi della Cappella di Innocenzo VIII, in Vaticano, distrutti nel 1780.
A parte questi brevi spostamenti, Mantegna a Mantova diventò uno dei principali protagonisti della "renovatio urbi" promossa da Ludovico Gonzaga.
Dal 1460 fu impegnato nella decorazione della Cappella del Castello di San Giorgio, che comprende tra le opere più importanti, il Trittico degli Uffizi, il dipinto con la Morte della Vergine del Prado, e la Resurrezione di Londra.

Andrea Mantegna. Trittico degli Uffizi: Assunzione; Adorazione dei Magi; Circoncisione. 1460-64 Firenze, Uffizi
Per Ludovico Gonzaga, tra il 1465 e il 1474, realizzò i celebri affreschi della Camera degli Sposi. Alle pareti effigò i vari personaggi della famiglia ducale riuniti in due importanti gruppi, con un vivace adirivieni di paggi e servitori e dove non mancano neppure i cani preferiti e i cavalli tenuti per le briglie dagli scudieri. Sul soffitto l'effetto a trompe-l'oeil della cupola aperta illusivamente da un'incredibile prospettiva dal basso anticipa le soluzioni della pittura di Correggio e del Barocco.

Andrea Mantegna. Affreschi nella Camera degli sposi. 1465-74. Mantova, Palazzo ducale.
Negli anni tra il 1476 e il '96 Mantegna si occupò anche di architettura, come testimonia la progettazione e realizzazione della sua casa a Mantova, un'originale costruzione, ideata con l'apporto dell'insegnamento di Leon battista Alberti e ispirata all'architettura classica.
Dal 1478, alla morte di Ludovico, Mantegna continuò a lavorare per il figlio Francesco Gonzaga, affiancando alla sua attività pittorica quella di progettista per la realizzazione di arredi e arazzi, oltre ad occuparsi di architettura, come sovrintendente di alcuni cantieri edilizi attivi a Mantova. A questo periodo risale anche il San Sebastiano del Louvre, richiesto da Francesco Gonzaga per le nozze della figlia Chiara con Gilbert de Bourbon, conte di Montpensier.
Anche il teatro del palazzo ducale avrebbe dovuto essere affrescato dal pittore veneto, ma non fu mai realizzato. Nei cartoni rimasti, eseguiti a tempera nel decennio tra il 1482 il 1492 vengono rappresentate le nove sezioni dei Trionfi di Cesare, dove si nota una ripresa del gusto classicheggiante, ricco di spunti ripresi dai sarcofagi e dalla scultura antica. Acquistati da Carlo I d'Inghilterra, i cartoni dei Trionfi oggi sitrovano presso la Royal Collection di Hampton Court.
Tra le opere della maturità un altro dei suoi celebri dipinti è il Cristo morto della Pinacoteca di Brera a Milano, impressionante riflessione sul tema della caducità della vita e della speranza cristiana, oltre che sintesi virtuosistica della pittura prospettica applicata all'anatomia. L'ultima fase della sua opera è stata dedicata alla decorazione delle stanze di Isabella d'Este nel Palazzo Ducale per la cui decorazione Mantegna realizzò le opere allegoriche del Parnaso e la Virtù che trionfa sul vizio, anch'esse al Louvre.
La vittoria conseguita da Francesco Gonzaga sulle truppe francesi a Fornovo venne celebrata con la magnifica pala della Madonna della Vittoria del Louvre, dipinta da Mantegna nel 1496. L'anno successivo l'artista esegue anche la Madonna Trivulzio per i monaci della Chiesa di Santa Maria in Organo a Verona.
Dal 1478, alla morte di Ludovico, Mantegna continuò a lavorare per il figlio Francesco Gonzaga, affiancando alla sua attività pittorica quella di progettista per la realizzazione di arredi e arazzi, oltre ad occuparsi di architettura, come sovrintendente di alcuni cantieri edilizi attivi a Mantova. A questo periodo risale anche il San Sebastiano del Louvre, richiesto da Francesco Gonzaga per le nozze della figlia Chiara con Gilbert de Bourbon, conte di Montpensier.
Anche il teatro del palazzo ducale avrebbe dovuto essere affrescato dal pittore veneto, ma non fu mai realizzato. Nei cartoni rimasti, eseguiti a tempera nel decennio tra il 1482 il 1492 vengono rappresentate le nove sezioni dei Trionfi di Cesare, dove si nota una ripresa del gusto classicheggiante, ricco di spunti ripresi dai sarcofagi e dalla scultura antica. Acquistati da Carlo I d'Inghilterra, i cartoni dei Trionfi oggi sitrovano presso la Royal Collection di Hampton Court.
Tra le opere della maturità un altro dei suoi celebri dipinti è il Cristo morto della Pinacoteca di Brera a Milano, impressionante riflessione sul tema della caducità della vita e della speranza cristiana, oltre che sintesi virtuosistica della pittura prospettica applicata all'anatomia. L'ultima fase della sua opera è stata dedicata alla decorazione delle stanze di Isabella d'Este nel Palazzo Ducale per la cui decorazione Mantegna realizzò le opere allegoriche del Parnaso e la Virtù che trionfa sul vizio, anch'esse al Louvre.
La vittoria conseguita da Francesco Gonzaga sulle truppe francesi a Fornovo venne celebrata con la magnifica pala della Madonna della Vittoria del Louvre, dipinta da Mantegna nel 1496. L'anno successivo l'artista esegue anche la Madonna Trivulzio per i monaci della Chiesa di Santa Maria in Organo a Verona.
Mantegna morì a Mantova nel 1506.
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