martedì 22 novembre 2016

PITTURA PREISTORICA

Erodoto raccontava come la pittura fosse nata come disegno che ricalcava un'ombra su una parete, fatta da una ragazza per fissare le fattezze del suo uomo in partenza per la guerra. In questa leggenda si possono già cogliere alcune delle carettristiche base della pittura: il suo basarsi su un
segno, la finalità di fissare l'aspetto delle cose, e la sua relativa semplicità, rispetto ad altre possibili forme artistiche.
Le testimonianze più antiche di pittura, legate all'arte rupestre preistorica, mostrano scene di caccia con esili figurette tracciate tramite sfregamento di una pietra o di un tizzone su una parete rocciosa, a cui poi si aggiunsero i colori impiegando varie terre colorate e/o pigmenti di origine per lo più vegetale. La rappresentazione di persone e animali segue delle regole intuitive, basate sulla sovrapposizione e il collocamento a varie livelli dei soggetti, in modo da dare idea di un'azione sviluppata nel tempo e nello spazio, in maniera non molto diversa da quello che fanno i bambini disegnando.
I ritrovamenti nelle grotte di Lascaux risalgono al 15000 a.C.; le figure umane erano stilizzate, filiformi, mentre gli animali erano voluminosi, anche perché queste immagini erano legate a scopi propiziatori per la caccia, con significato magico-religioso, auspicavano abbondanza. Nella grotta del Pech-Merle, nel dipartimento del Lot, in Francia, si vedono impronte di mani ottenute soffiando il colore e lasciando una silhoette neutra in una macchia di colore.

Nessun commento:

Posta un commento