LA Pittura Fiamminga
L'Arte, guidata a quel tempo dalla Pittura Italiana, stava abbandonando lo Stile Gotico ed era entrata nel periodo Tardo-Gotico, che preannunciava il Rinascimento.Nelle Fiandre, che avevano molti contatti d'affari con il resto d'Europa, si era formata una società ricca, cosmopolita ed interessata culturalmente, che esprimeva una crescente domanda artistica.
L'arte fiamminga nel XV secolo si affianca all'arte italiana e, influenzandosi reciprocamente, partecipa
all'evoluzione del gusto artistico dei popoli Europei dei secoli successivi.
I colori e la velatura della Pittura Fiamminga
La Pittura Fiamminga del Quattrocento è caratterizzata dall'uso, quasi esclusivo, dei colori ad olio, trascurando l'affresco ancora molto in voga in Italia.I colori ad olio, conosciuti dall'antichità e utilizzati sicuramente nel Basso Medioevo, avevano alcuni difetti: si stendevano male e rischiavano di alterare la cromia desiderata.
I fiamminghi nel XV secolo, perfezionarono questa tecnica di pittura, rendendola adatta alle sfumature.
Poiché i colori ad olio asciugavano molto lentamente era necessario procedere a successivevelature, cioè strati di colore traslucidi, trasparenti e sovrapposti, che rendevano il dipinto brillante e lucido, permettendo di definire la diversa consistenza delle superfici fin nei più minuti particolari, anche se per completare un quadro, occorrevano mesi o addirittura anni.
Invece di utilizzare un colore coprente, già dalle prime pennellate, si utilizza un colore di consistenza semi-trasparente (velatura) che dà la possibilità di ottenere una maggiore gamma cromatica: sovrapponendo più velature si può, gradualmente, giungere al tono preferito.
La prospettiva nella Pittura Fiamminga del 1400
L'Arte Fiamminga è soprattutto un’evoluzione dell’arte tardo gotica, evoluzione tesa a conquistare una maggior naturalezza, senza però mettere in crisi un’arte che era ancora espressione di un mondo basato su principi e valori propri del medioevo europeo.I lavori dei pittori fiamminghi si caratterizzano per l'effetto di verosimiglianza che si avvicina alla fotografia.
Nella costruzione così precisa dell’immagine, i pittori fiamminghi giungono alle soglie della prospettiva, anche se in realtà non arrivano a comprenderne completamente i meccanismi ottici e le leggi geometriche.
Nei loro quadri, anche se in maniera empirica, la costruzione dello spazio è quasi sempre precisa.
Spazialità e luce nei Fiamminghi
I Fiamminghi sviluppando l'interesse verso la realtà e la rappresentazione naturalistica, arrivarono a una completa integrazione tra figure e paesaggio, dove la luce è l'elemento che unifica tutta la scena.Nei quadri fiamminghi le figure principali, quanto i vari oggetti raffigurati in secondo piano, sono raffigurati con incisività e precisione scrupolosa, quasi scientifica.
La luce dei fiamminghi, non è selettiva, ma illumina con la stessa forza l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande, utilizzando più fonti luminose, che moltiplicano le ombre e i rilessi, permettendo di definire acutamente le diverse superfici ed i diversi materiali.
La figura umana e il simbolismo
La visione attenta al dettaglio ed ai più svariati oggetti, non può che sminuire l'uomo agli occhi del pittore fiammingo che non lo vede più, come vogliono gli Umanisti, il centro del mondo, ma solo una parte dell'Universo.I singoli oggetti, come e singoli gesti ritratti, hanno una sicura valenza simbolica che può essere letta su vari strati.
La ricchezza di tanti significati intellettuali, con il fascino della rappresentazione elegantissima e particolareggiata, pongono pittori ed opere fiamminghe, fra i più ammirati e studiati di sempre.
Un'opera simbolo della pittura fiamminga
Il celebre "Ritratto dei coniugi Arnolfini" di Jan van Eyck è un vademecum delle caratteristiche della pittura fiamminga.Nel Ritratto sono presenti numerosi dettagli che non solo sono valgono per la loro bellezza in sé, ma sottintendono vari significati, in questo caso legati alla cerimonia matrimoniale: il cagnolino simbolo di fedeltà, le candele simbolo delle candela nuziale che a volte compaiono nelle Annunciazioni, la verga appesa a destra, simbolo di verginità.
Lo stesso realismo del dipinto e l'inconsueta firma del pittore ("Johannes de Eyck fiut hic"), sono una testimonianza dell'avvenuto matrimonio, come un documento ufficiale che garantisca l'avvenuto giuramento dei coniugi, alla presenza di testimoni tra cui lo stesso pittore, ritratto nello specchio di fondo, mentre entra con l'altro testimone.
La luce fredda e analitica unifica e rende solenne e immobile tutta la scena, mentre gli specchi amplificano gli spazi mostrando i protagonisti anche di spalle e la finestra, che fa intravedere un paesaggio lontano.
Ritratti di tre quarti
La pittura fiamminga promossa da Jan Van Eyck e da Robert Campin, introduce una nuova postura del personaggio raffigurato: si passa così dal ritratto di profilo alla posa a tre quarti.Tale posizione permette una più minuta analisi fisica e psicologica del modello, passando da una espressione convenzionale, all’analisi del reale stato d’animo del soggetto, cogliendo maggiori informazioni della fisionomia.
Un quadro che meglio rende il ritratto preso di tre quarti è quello dell'"Uomo con il turbante", ritenuto un autoritratto di Van Eyck.
Per mettere in evidenza l’individualità del singolo, il pittore concentra l’attenzione sul viso che emerge da un fondo scuro.
Lo sguardo penetrante e il volto assorto, rendono partecipe l’osservatore di un’ansia esistenziale, mentre i colori utilizzati sono in forte contrasto fra loro e il turbante rosso esalta l’incarnato chiaro del volto.
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