venerdì 16 dicembre 2016

François Boucher


François Boucher, nato a Parigi nel 1703, fu affidato da suo padre, pittore lui stesso, a François Lemoine, presso il quale però trascorse solo pochi mesi. 

In seguito eseguì dei disegni per l'incisore Cars. 

Nel 1723 ottenne il primo premio di pittura dell'Accademia e si fece conoscere dagli esperti all'Esposizione della Gioventù nel 1725. Per uno di questi, Julienne, Boucher incise ad acquaforte, con tocco sciolto e ispirato, 125 pezzi per L'oeuvre d'Antoine Watteau. 

Nel 1727, come allievo libero, a sue spese, fu invece accolto all'Accademia di Francia, con Carte Van Loo e Natoire. 
Dipinto di Francois BoucherVi lavorò in silenzio sino al 1731, a stretto contatto con la pittura italiana.
 
Al suo ritorno in Francia (1731) l'ambiente accademico gli si mostrò subito favorevole, tanto che egli fu senz'altro accolto in Accademia (1734) con "Rinaldo e Armida" (Louvre), nominato professore aggiunto (1735) e infine professore titolare (1737).

A partire dal 1734, François Boucher lavorò per la manifattura di tappezzeria di Beauvais diretta da Oudry. 
Boucher si era sposato nel 1733 con MarieJeanne Buseaux, bella, intelligente ed essa stessa artista, che prese spesso come modella. 
Pittura di Francois BoucherDal 1734 al 1735 illustrò numerosi libri e raccolte: un bel Molière le cui vignette furono incise da Cars e Joullain e il di Bloemaert cui egli s'ispirò nei suoi paesaggi e nelle sue pastorali. 

Ne dipinse parecchi in quel periodo, insieme a quadri biblici e mitologici di carattere più italianizzante: "Venere che ordina le armi per Enea" (Louvre, Il Ratto d'Europa (Londra, Wallate Coll.) a lungo attribuito a Lemoine.

Il Salon del 1737, che è una data importante nella storia detta critica d'arte e coincide con la morte di Lemoine, segna l'inizio del grande periodo di maturità e l'avvio ad una produzione intensa. 

Il primo incarico della corte giuntogli nel 1734 (degli ovali per la camera della regina a Versailles) fu seguito da molti altri, destinati a castelli reali. 
Nel 1738 Boucher dipinse numerosi sopraporta per l'Hótel Soubise (Archives Nationales).
Quadro di Francois BoucherLavorò inoltre molto, tanto per le dimore dei ricchi aristocratici che per quelle dei grandi finanzieri, ma la più illustre delle sue clienti fu la favorita di Luigi XV, la marchesa di Pompadour, che lo protesse costantemente e gli procurò degli incarichi nell'Amministrazione del Re. 

Ben presto Boucher fu ammesso fra gli intimi della Pompadour, della quale fece più volte il ritratto e alla quale insegnò l'incisione all'acquaforte. 

François Boucher dipinse per lei delle cineserie e una Natività per Bellevue, dei sopraporta per l'Hótel de l'Arsenal, altri dipinti per Crécy e inventò dei soggetti, realizzati in biscuit da Falconnet, per la manifattura di porcellane di Sèvres alla quale la Pompadour si interessava.
Opera di Francois BoucherAlla morte di Oudry, nel 1755, la Pompadour fece nominare François Boucher ispettore capo dei Gobelins. 
Dopo la sua morte, suo fratello Marigny, sovrintendente di Palazzo, gli diede la carica di primo pittore del Reresa vacante dalla morte di Carte van Loo.

La scelta della marchesa era felice: l'arte di Boucher era la più adatta per piacere alla corte di Luigi XV e per rappresentare il gusto francese all'estero. 

Ma, troppo legato a un'epoca, a un tipo di società e a una moda artistica, subì le conseguenze dei profondi cambiamenti che si produssero verso il 1760 nel pensiero e nell'arte.

Diderot, nella sua critica al Salon del 1765, l'attaccò violentemente gridandogli: « Fuori dal Salon ». 
La vista di François Boucher si era, a quell'epoca, indebolita e il suo disegno era diventato fiacco, la sua tavolozza sgradevole.

Dopo la sua morte (1770), nel periodo del « Ritorno all'antico », Boucher cadde nell'oblio e nel disprezzo per un secolo, malgrado David rendesse omaggio al suo talento dicendo: « Non basta volerlo per essere Boucher!». 

Il merito della sua riabilitazione va al critico Thoré e soprattutto ai Goncourt, che collezionarono i suoi più bei disegni e gli consacrarono delle belle pagine ne L'arte del XVIII secolo 1880). P. Mantz, A. Michel, G. Kabn, P. De Nolbac, M. Fenaille, hanno scritto degli interessanti studi su Boucher, mentre H. Voss e J. Cailleux hanno pubblicato su di lui degli importanti articoli. 

Nessun commento:

Posta un commento