sabato 10 dicembre 2016

PITTURA TRADIZIONALE COREANA

PITTURA TRADIZIONALE COREANA

La pittura tradizionale coreana, su carta, si può dividere in due grandi sezioni, la pittura di stile cinese apparentata con la calligrafia, di cui abbiamo un esempio qui accanto, e la pittura di stile puramente coreano, sviluppatasi indipendentemente e più tardi.
La prima impiega normalmente l'inchiostro di china, variamente diluito, e gli stessi pennelli usati per le opere calligrafiche, mentre la seconda usa di solito colori a tempera, spesso con gran ricchezza di colori.
Negli ottimi esempi di pittura tradizionale in stile cinese gli artisti coreani hanno saputo spesso infondere un pizzico di umorismo, come nella
rappresentazione del filosofo sdraiato su un masso intento a riflettere (o a dormire?...) e in altri dipinti, come quello dei gatti che si arrampicano sull'albero con intento giocoso.
Il bellissimo dipinto su carta del XVIII secolo illustrato a destra, intitolato “Ritorno dal picnic in un giorno d'autunno” in cui una coppia di rango elevato torna da una scampagnata, presenta molti elementi tipici, quali la portantina su cui è adagiata la signora, i vestiti tradizionali mossi dal vento, il cappello in crine di cavallo indossato dagli uomini, la lunga pipa fumata dalla dama.
Un piccolo capolavoro che fonde elementi della tradizione coreana in uno stile pittorico che si richiama fortemente alla più classica tradizione orientale.
Per le pitture buddiste si veda anche la pagina sul tempio Tongdo-sa

Calligrafia 

Molto affine alla pittura tradizionale è la calligrafia, coltivata in Corea da moltissimo tempo. Utilizza pennelli di varie dimensioni e inchiostro di china in tavolette. L'inchiostro viene poi sciolto con acqua. I dipinti a china e le opere di calligrafia hanno quindi un po' l'aspetto di acquerelli.
Nella figura presentata qui a sinistra un gruppo di signore si sta esercitando nell'esecuzione di opere di calligrafia e di disegno orientale con inchiostro di china. Come si può notare, il piano di lavoro su cui sono appoggiati i fogli è lo stesso pavimento della stanza. Per non sporcare il pavimento, che è di carta e che si macchierebbe se una goccia di inchiostro vi cadesse su, sotto i fogli su cui si scrive sono stati posti dei pezzi di stoffa.
Nei tempi andati la scrittura col pennello e lo studio delle lettere erano non solo un mezzo di comunicazione, ma una forma d'arte, e oggi restano parte integrante della tradizione culturale. Si può dire che, a causa del suo ambiente storico, lo studio della calligrafia sia la chiave per la comprensione della storia e della cultura coreana.
Uno scritto in stile "erba" dello studioso confuciano Hwang Ki-ro (metà del 16º secolo)
(Foto Korea Herald - 26 dicembre 2000)
Proprio per rivisitare la storia della Corea, le sue religioni, arti e tradizioni umanistiche, a Seul è stata inaugurata il 23 dicembre 2000 una mostra di calligrafia che è rimasta aperta fino all'11 febbraio 2001. Grazie alla cortesia di prestigiose istituzioni, fra cui il Museo Nazionale, sono state esposte 120 opere dei principali artisti-letterati. Fra queste vi erano delle assolute rarità, come le opere di Kim Saeng del periodo Silla, quelle di Tanyon del regno di Koryŏ e quelle di Kim Chong-hui (1786-1856) del regno di Chosŏn. Non mancavano i famosi scritti del principe Anpyong (1418-1453) e di Han Ho (1543-1605) e opere di altri famosi letterati e membri della famiglia reale, come quelli di Chong Yak-yong (1762-1836), del re Chongjo (1776-1800) e di Yi Ha-ung (1820-1898).

Pittura moderna 

Accanto alle opere in stile occidentale, continua ad essere molto in voga la pittura su carta, sia in stile “cinese” (semplice inchiostro di china su carta) che in stile “coreano”, con colori a tempera vivaci e con prevalenza di soggetti fantastici o presi dalla natura, come alberi, fiori, uccelli, insetti.
Questa coppia di uccelli fantastici fa parte di un dipinto di più grande respiro che comprende un paesaggio più vasto, ed è opera di un pittore contemporaneo.

News sulla pittura (anno 2000) 

Lee In-sung (retrospettiva)

Una mostra, aperta dal 17 novembre 2000 al 25 gennaio 2001 presso il museo d'arte Ho-Am, ha presentato al pubblico 95 opere di un artista coreano scomparso. La mostra è stata allestita per commemorarne il cinquantenario della morte, avvenuta tragicamente quanto il pittore aveva 39 anni. La mostra vuole anche chiarire se l'artista fosse un genio oppure no. Alcuni critici affermano infatti che il suo stile era troppo vario e che le sue opere non erano molto originali. Lee lavorò principalmente dipingendo i suoi soggetti in stile occidentale, ad acquerello e ad olio su tela.
Nato da una famiglia poverissima di Taegu, non poté frequentare le scuole che all'età di 11 anni. Il suo talento per la pittura fu immediatamente riconosciuto e uno dei principali artisti di Taegu gli impartì lezioni private di acquerello. Il giovane fece rapidi progressi e all'età di 17 anni ottenne un primo premio in una rassegna di giovani pittori, continuando a riceverne ancora negli anni seguenti.
Nel 1931 aveva già un suo seguito e alcuni mecenati lo mandarono in Giappone a studiare arte. Giunto a Tokyo, lavorò come fattorino in una scuola d'arte, studiando di sera. Anche in Giappone ottenne numerosi premi e molti dei suoi acquerelli sono famosi ancora oggi per la loro aura postmoderna.
Fra i suoi lavori più noti “Un giorno d'autunno” riprodotto qui a sinistra, che ottenne un premio speciale alla Tredicesima mostra d'arte coreana e che ricorda da vicino le opere di Gauguin.

Lee Man-ik

Dal 28 novembre al 17 dicembre 2000 al Gana Art Center di Seul si è tenuta una mostra del pittore Lee Man-ik specializzato in opere di ispirazione buddista.
Nato a Haiju nella provincia di Hwang-hai decise fin da piccolo di diventare un pittore quando scoperse i fumetti. I suoi genitori desideravano che seguisse una carriera più posata, e lo avrebbero voluto architetto, ma il giovane Man-ik volle seguire il suo istinto e dedicarsi completamente all'arte.
Laureato alla Seul National University nel 1961, studiò in seguito per due anni all'Accademia Goetz di Parigi. Tornato in patria, ebbe molto successo come artista nel campo commerciale, fu direttore artistico delle Olimpiadi di Seul del 1988 e nel 1993 vinse il più prestigioso premio artistico della Corea.
“Penso che un buon dipinto – dice l'artista – rappresenti non la voce di singoli individui, ma quella della società e dell'intera umanità. Di conseguenza, l'arte deve interagire con la sensibilità universale degli esseri umani. Per me questo significa narrare le storie dei coreani, le loro frustrazioni e i loro sogni.”
Nelle sue opere si riscontrano forti colori primari, come marrone, porpora, oro, rosso e blu (i colori preferiti in Corea), si trovano scene da famosi miti coreani, come il mito della nascita dello stato di Koguryŏ e i tradizionali drammi musicali pansori.
Nelle sue ultime opere l'artista sposta la propria attenzione in un certo senso dal concreto all'astratto, passando dalla rappresentazione più immediata del mondo che lo circonda a concetti più ideali quali la fede e il mondo spirituale.

Kim Ki-chang

Dal 1º al 15 agosto 2000 si è tenuta a Seul una mostra del famoso pittore Kim Ki-chang che quest'anno celebra l'88º compleanno, un'età (chiamata misu 미수 ) che viene festeggiata in Corea.
Un paravento con cavalli che giocano
Durante la sua lunga carriera artistica, Kim ha prodotto circa 10.000 opere e ha coltivato diversi stili, dalla pittura tradizionale orientale alla pittura astratta di stile occidentale.
La mostra, 78 opere, copriva tutta la varietà dei capolavori creati dal grande maestro. Nel 1930, quando Kim iniziò a dipingere, amava rappresentare in modo preciso e minuzioso la figura umana. In seguito, passò gradualmente dalla pittura a inchiostro di china a un tipo di pittura più moderna.
Negli anni '50 le sue potenti creazioni spaziavano dalla rappresentazione di lotte di tori a quella di cavalli in corsa (si veda la figura in alto), o di centinaia di rondini. Infine, negli anni '70, creò un proprio stile, che egli stesso chiamò “pittura di paesaggio umoristica”, in cui la rappresentazione delle montagne, dei fiumi e degli animali mette in evidenza il sottile umorismo della natura. È una interpretazione della pittura folk che ricrea i soggetti in un modo tutto suo.
(Le illustrazioni sono tratte da Korea Now, 15 luglio 2000)

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