lunedì 16 gennaio 2017

FURTI FAMOSI DI OPERE D'ARTE

 "La Gioconda appartiene all'Italia"
All'epoca era normale che le opere venissero rimosse per essere fotografate: questo pensarono anche i custodi del Louvre quando, aprendo le sale il lunedì mattina, non trovarono più la Monna Lisa al suo posto abituale.
Poi, la scoperta: la notte fra il 20 e il 21 agosto 1911 qualcuno si era introdotto nelle sale e aveva portato via il capolavoro di Leonardo. Era la prima volta in assoluto che un dipinto veniva rubato da un museo, dunque per molto tempo la polizia brancolò nel buio: tantissime le ipotesi, alcune davvero bizzarre, forse anche di più del motivo reale del furto che si scoprì in seguito. Venne accusato ed arrestato addirittura Guillaume Apollinaire, che in molte poesie dichiarava di voler distruggere (poeticamente, ovvio) tutti i musei per far posto all'arte "nuova". Venne interrogato anche Pablo Picasso, rilasciato dopo poco come il poeta francese; si pensò addirittura all'Impero tedesco, nemico della Francia, ipotizzando un furto di Stato.


in foto: La Gioconda in occasione del ritrovamento, 1913
Anni dopo, la scoperta: un furto tutto italiano. Il ladro era un ex impiegato del Louvre, Vincenzo Peruggia, che, convinto che il quadro appartenesse all'Italia e non fosse legittimo lasciarlo a Parigi, si era chiuso in uno stanzino per tutta la notte e al momento più propizio aveva attuato il suo colpo "patriottico". "Il quadro è nelle mie mani, appartiene all'Italia perché Leonardo è italiano": questo il biglietto che accompagnava la proposta di restituzione, due anni dopo, con la richiesta di 500 mila lire "per le spese affrontate". La Gioconda torna al posto che le spetta nel 1913, ma Peruggia è diventato il simpatico simbolo del mito italiano della Monna Lisa: finito in carcere, ma con l'attenuante della pazzia, Peruggia dichiarò senza vergogna di aver trascorso due anni "molto romantici" con la Monna Lisa appesa in cucina.


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