Caveau con opere di valore inestimabili e passaggi segreti per raggiungere i quadri e i manoscritti spesso rubati e rimasti nascosti per anni. E’ quello che hanno trovato i carabinieri del nucleo Tutela patrimonio Culturale di Torino in due diverse indagini iniziate nel 2015.
Indagine "Guido Reni". La prima ha portato gli investigatori in una villa nel Vercellese. In una stanza a cui si accedeva solo tramite un passaggio segreto i militari hanno trovato una tela, “Erezione della croce”, attribuita al fiammingo Van Dyck, del valore di un milione di euro e un altro prezioso dipinto, “Il giudizio di Paride” di Guido Reni del XVII secolo, valutato quattro milioni. Altri cinque dipinti attribuiti a Jacopo del Sellaio, Luca Carlevaris, Giacomo Guardi, Luigi Crespi e Tommaso Salini sono stati recuperati e sequestrati durante la stessa inchiesta. L’indagine era partita dalla denuncia di un antiquario di Alessandria ultraottantenne e si è conclusa con la denuncia per truffa aggravata di 20 persone, componenti di un’organizzazione che ha truffato esperti e antiquari in tutt’Italia.
I signori della truffa prendevano di mira antiquari e collezionisti. Avevano architettato un meccanismo complicato e infallibile per sostituire con soldi falsi le somme con cui compravano dagli esperti i quadri. Avevano creato una stanza di sicurezza in una villa attraverso cui passavano i soldi, contati e imbustati dall'antiquario, ma poi sostituiti attraverso un ingresso segreto. Alla fine del percorso attraverso un caveau e una cassaforte con il doppio fondo, l'antiquario si trovava in mano solo mazzette di carta straccia.
Indagine "Il covo del libraio". Lo stemma dei Savoia in un angolo di pagina e il senso civico di un professore svedese dell’università di Lund, che non ha esitato a rivolgersi all’ambasciata italiana di Svezia, sono invece gli elementi da cui ha preso il via un’indagine, iniziata a febbraio di due anni fa, con cui i militari hanno scoperto l’antiquario che possedeva libri rubati nelle sale dei manoscritti rari delle biblioteche.
Il professore aveva acquistato on line un antico libro di preghiere, il “Modus orandi deum”, ma consultando il volume si era accorto di un timbro con la registrazione alla Biblioteca Reale della corte dei Savoia. Dopo la sua denuncia in ambasciata sono partite le indagini dei carabinieri che, assieme al direttore della Biblioteca Reale di Torino, hanno scoperto che i libri mancanti dalla sala manoscritti erano due e se ne erano perse le tracce dal 2012. Le indagini hanno portato a uno studente bolognese che aveva acquistato il libro da un antiquario torinese. Nello studio dell’antiquario i militari hanno trovato decine di libri e documenti che non avrebbero potuto stare nella biblioteca di un privato. Incrociando i dati dei beni rubati con i titoli presenti nella biblioteca dell’antiquario, hanno scoperto che molti volumi erano stati rubati in tutt’Italia.
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