Monti incombenti, luci piene di eloquenza. Come se la natura osservasse l’umanità, dominandola con il proprio sguardo magnetico. Piccole figure rimangono schiacciate dalla vastità, nel fondovalle, antropizzato, e minimamente tiepido e confortante. E’
con l’opposizione di questi due temi, entrambi fondamentali nell’impasto romantico, che il pittore ottiene visioni da brivido. Hans Fredrik Gude (1825-1903) è considerato, con Johan Christian Dahl, uno dei paesaggisti più importanti della Norvegia, associato con la scuola di Düsseldorf.Gude, per 45 anni, fu professore d’arte e così giocò un ruolo importante nello sviluppo dell’arte norvegese, agendo come mentore per tre generazioni di artisti. La matrice è tedesca e non ci sfuggirà qualcosa che fa pensare a Schopenauer e, a noi italiani, alle atmosfere delle poesie di Leopardi.
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