Michelangelo Buonarroti
Scultore, pittore, architetto tra i più grandi di sempre
Michelangelo non ha certo bisogno di presentazioni: non fu solo uno dei più grandi e famosi scultori italiani, ma di tutto il mondo; e
non fu solo scultore, ma anche pittore, architetto e poeta, toccando in ogni campo i vertici della sua epoca. E, nonostante questa sua straordinaria poliedricità, fu proprio nella scultura che l’artista aretino seppe mostrare forse in maniera più ampia e variegata il suo talento.
Nato nel 1475 da un padre fiorentino che in quei mesi viveva vicino ad Arezzo, era destinato – in quanto esponente di una famiglia patrizia, seppure in decadenza – alla carriera ecclesiastica o militare, ma manifestò fin dalla più tenera età una certa propensione all’arte. Mandato a bottega a Firenze, imparò giovanissimo le tecniche pittoriche sia lavorando direttamente, sia copiando Giotto e Masaccio. Notato da Lorenzo il Magnifico, fu ospitato nella sua casa, in cui poté avvicinare i più importanti intellettuali dell’epoca e scoprire la filosofia neoplatonica; dopo la morte di Lorenzo e l’avvento della Repubblica si spostò prima a Bologna e poi a Roma, dove le influenze della cultura classica ma anche delle varie forme rinascimentali che aveva avuto modo di conoscere iniziarono a sedimentare in lui.
Il primo capolavoro fu la Pietà, scolpita inizialmente per la chiesa di Santa Petronilla e oggi a San Pietro, che completò a soli 24 anni utilizzando per la prima volta il marmo di Carrara; un paio di anni dopo cominciò a lavorare al David che, pensato inizialmente per il Duomo, fu ritenuto subito troppo bello per essere messo in una posizione defilata e – grazie anche all’opinione di una commissione di cui facevano parte Filippino Lippi, Sandro Botticelli e quello che sarebbe divenuto uno dei suoi più importanti oppositori, Leonardo da Vinci – fu spostato in Piazza della Signoria. Successivamente, se si escludono gli anni al lavoro nella Cappella Sistina, Michelangelo lavorò molto alla grandiosa tomba di Giulio II, che fu realizzato solo in parte, e a nuovi progetti architettonici ed urbanistici che lo distolsero spesso e volentieri dalla scultura, la sua arte preferita.
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