lunedì 19 dicembre 2016

Saturno che divora i figli.- FRANCISCO GOYA

Questo quadro è abbastanza particolare, poiché fa parte dei quattordici dipinti che lo stesso Goya ha effettuato sulle mura di casa sua negli ultimi anni della sua vita e successivamente è stato spostato su tela insieme ad altri quadri, arrivando nel Museo del Prado. Cerchiamo di scoprire la storia dietro questo Saturno che divora i figli.
Bisogna sapere che nel 1819, il pittore ha acquistato una casa chiamata Quinta del Sordo, dove il precedente occupante era sordo e lo stesso Goya anche lo era diventato a causa della febbre
che aveva contratto nel 1792; successivamente il pittore si spostò a Bordeaux, ma prima realizzò ben 14 opere realizzate come delle pitture ad olio sulle mura della propria casa, mentre era sempre più ossessionato dalla morte (dato che aveva 73 anni) e nel contempo sempre più triste a causa
della guerra civile che si stava svolgendo in Spagna.
Le opere che realizzò sulle mura della sua casa prendono il nome di Black Paintings e proprio in questa serie troviamo Saturno che divora i figli. Quest’opera di trova nella sala da pranzo e rappresenta lo stesso Saturno, che stando alla tradizione greca, era il titano che divorava i propri figli per il terrore che quest’ultimi potessero spodestarlo come lui stesso fece con suo padre Caelus. L’amata di Saturno però, amareggiata per aver visto tutti i suoi figli morire, quando nacque l’ultimo figlio, Zeus, lo nascose su un’isola e diede da mangiare a Saturno un sasso; successivamente Zeus, dopo essere diventato adulto tornò per vendicare i suoi fratelli e sorelle, li liberò e spodestò il padre e creò l’Olimpo con tutti i gli dei a dominare.
Curiosamente, Goya non ha dato alcun nome alle opere che sono presenti all’interno della sua casa, e il nome Saturno che divora i propri figli è stato un titolo che è stato dato genericamente. Nel quadro Goya rappresenta Saturno proprio nell’atto di mangiare uno dei suoi successori, e la sua preda già non ha più la testa e un braccio, e il titano è pronto per dare un’altro morso alla carne del malcapitato, mentre ha gli occhi spalancati che sembrano quasi brillare.
L’intera scena è buia, è l’unica fonte di luce è quella che proviene dalla carne del ragazzo e dal sangue che esce dal corpo stesso; si pensa che ci fossero anche degli elementi anatomici relativi al titano che sono stati volutamente oscurati prima che l’opera fosse presentata in pubblico, poiché ritenuti osceni, ma questa è solo una teoria.
Qual’è il significato di quest’opera? Ci sono varie teorie che potrebbero spiegare la scelta di questo tema:
  • Una prima teoria potrebbe essere legata al conflitto tra la gioventù e la vecchiaia, con il tempo, in questo caso rappresentato da Crono (o Saturno) il titano, che distrugge il passato, senza lasciare alcuna traccia, ma solo catastrofe.
  • Un’altra teoria invece vedrebbe la fame del titano come una sorta di allegoria della Spagna che assorbe la vita delle città e dei cittadini presenti, dove Crono rappresenta la patria che sta distruggendo i propri figli attraverso le guerre e rivoluzioni che ci sono state negli anni passati.
  • Ultima teoria riguarda invece il rapporto tra Goya e suo figlio Xavier, l’unico che è sopravvissuto tra le varie malattie e guerre, ma non è molto chiaro se la rappresentazione nel quadro possa indicare il tenore del loro rapporto.
Sono stati fatti anche degli studi che uniscono il quadro di Goya a quello di Peter Paul Rubens che ha per soggetto sempre Saturno che divora i propri figli, ma è rappresentato i modo differente, poiché nel quadro di Rubens è presente un uomo anziano cannibale che sta divorando la propria prole, temendo per il proprio potere, mentre nella versione di Goya invece è messa in primo piano proprio la follia di un uomo che sta massacrando senza pietà un ragazzo (non un bambino, attenzione).
Saturno-che-divora-i-suoi-figli-Rubens
Tra il 1798-1797 Goya fece un disegno che rappresentava sempre questo tema e assomigliava moltissimo alla versione di Rubens, e da qui successivamente si è pensato che fosse presente un legame tra le due opere.

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