Donatèllo, Donato di Niccolò di Betto de' Bardi, detto il, scultore (Firenze 1386-1466) fu scolaro di Lorenzo de' Bicci, ma trasse la propria lezione soprattutto dagli antichi e dalla realtà naturale. Superando del tutto la tradizione tardo-gotica, fu uno degli interpreti principali del movimento culturale dell'Umanesimo nel campo delle arti figurative. Si servì della scultura per esprimere le verità naturali, esaltò la
bellezza del corpo umano (il bronzo del Davide al Bargello è il primo nudo a tutto tondo realizzato dopo l'età classica nell'arte italiana) con un realismo plastico vigoroso e sintetico e rivolse particolare attenzione alla connotazione espressiva e psicologica dei personaggi. Cercò soluzioni stilistiche sempre nuove, affinché le tecniche ed il medium espressivo fossero quelli più idonei a raggiungere l'effetto desiderato; inventò la tecnica dello "stiacciato" che gli permise di ottenere anche per la scultura gli effetti atmosferici e prospettici propri della pittura. Di lui si è detto a ragione che è il primo grande scultore dell'età moderna. Fra le opere più eminenti: i putti danzanti e cantanti del pulpito di Prato e della cantoria di S. Maria del Fiore (1433-1438); il "San Giorgio" di Orsanmichele (1417) e la "Giuditta" di piazza della Signoria a Firenze; la "Annunciazione" (1435); la statua equestre del "Gattamelata" (1446-1450) a Venezia; le statue e i rilievi dell'altare maggiore nella basilica del Santo a Padova (1446-1450).
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