L’interesse per il paesaggio, per l’ambiente naturale in generale, è un elemento condiviso nella storia della pittura degli ultimi secoli. È possibile affermare che è solo nell’Ottocento che il paesaggio acquista il ruolo di soggetto artistico e diventa una vera e propria esistenza autonoma. In Inghilterra, in particolar modo, il paesaggismo ha una tradizione molto radicata.
Un punto di riferimento tra i pittori famosi può essere il famoso pittore Cozens, pittore e teorico della pittura di origine russa, il quale riteneva che la natura si rivelasse
agli occhi dell’artista sotto forma di “costellazioni di macchie”, quindi in un modo privo di forma, e solo in un secondo momento avveniva la rielaborazione da parte dell’artista, istante in cui l’immagine della natura veniva organizzata e riconosciuta. Con Thomas Gainsborough la pittura del paesaggio ha una seconda evoluzione facendo un ulteriore passo verso l’autonomia del genere.
Altri pittori famosi paesaggisti inglesi furono Constable e Turner. In Francia la pittura di paesaggio trova i suoi interpereti nei pittori della cosiddetta “scuola di Barbizon“, un sodalizio di pittori che si raccolgono intorno a Thèodore Rousseau. Questi pittori riconoscono alla natura un’esistenza oggettiva, tanto da diventare l’unica protagonista delle loro opere.
Nella seconda parte del secolo si incomincia a delineare una insofferenza nei confronti delle “fantasie romantiche”, gli artisti si pongono su di una direttrice antiborghese e di denuncia sociale. Obiettività e verità, interesse per le classi meno agiate sono i cardini del realismo, l’artista ora decide di partecipare ai drammi della società in cui vive.
Fra i pittori più famosi del periodo è da segnalare Courbet, il quale nel 1855 organizza una “contro esposizione” all’insegna del realismo, egli teorizzò un’arte dal contenuto popolare, capace di interpretare le istanze sociali e forse proprio per questo fortemente aggressiva.
Tra gli altri pittori famosi dell’epoca abbiamo Daumier il cui realismo si manifesta attraverso la ferocità delle sue caricature. Con Millet il realismo, invece, si applica al mondo contadino, il quale viene raccontato per la prima volta nella sua dura realtà quotidiana di sudore e di fatica.
Impressionismo – Pittori famosi
Dalla metà dell’Ottocento si sviluppa in Francia un nuovo movimento artistico che opera un’effettiva rivoluzione nell’ambito del mondo della pittura: l’impressionismo. L’avvio di questa fase è datato nel 1863 quando Edouard Manet espose la sua opera “Le dèjeuner sur l’herbe” al Salon des refusès.
Le reazioni della critica e del pubblico furono molto violente e scandalizzate, non solo a causa del soggetto riprodotto ma anche della tecnica pittorica ritenuta non accademica e inconsapevole delle regole fondamentali della pittura. Undici anni dopo alcuni pittori, esposero le loro opere presso lo studio del fotografo Nadar a Parigi, ciò sancì l’affermarsi dell’impressionismo.
Alla base dell’impressionismo c’è la volontà di riprodurre la realtà così come appare a prima vista, non sulla base della rielaborazione dell’artista. Il tentativo di riprodurre questa fuggevole immagine porta gli impressionisti a teorizzare l’importanza di dipingere all’aria aperta (en plein air), in realtà non sono particolarmente attratti dalla natura, prediligono scene più movimentate, scene di vita cittadina o del mondo dello spettacolo.
Sulla via tracciata inizialmente da Manet sono molti i pittori famosi a seguirne le orme. Monet diventa il più fedele e rigoroso interprete del movimento. Nelle opere di Pissaro e di Sisley è la natura che offre gli stimoli e impressioni per la realizzazione dei loro dipinti.
Degas e Renoir mettono in piena luce il carattere urbano dell’impressionismo. L’esperienza impressionista è riassunta e superata dall’attività di Cèzanne, il suo scopo è quello di rendere solido l’impressionismo, ciò superare il mondo un po’ evanescente delle impressioni mirando alla costruzione della realtà in maniera indipendente dal dato naturale attraverso vigorosi colpi di pennello e di spatola.
Neoimpressionismo – Pittori famosi
Il periodo fra il 1886 e il 1907 è definito il periodo post-impressionista, è un periodo sperimentale caratterizzato dalla contrapposizione e dalla convivenza di più correnti pittoriche non riconducibili a un movimento preciso.
La mostra del 1886 sancisce lo sfaldamento del movimento impressionista in due orientamenti differenti. Alcuni artisti pongono l’accento sulla necessità di elaborare una “scienza della pittura“, i neoimpressionisti seguono gli sviluppi dell’ottica da cui traggono numerosi spunti ed indicazioni. Tra i pittori famosi neoimpressionisti è possibile ricordare Seurat.
Altri artisti decidono di seguire un altro orientamento culturale ed andare alla ricerca del momento in cui il flusso spirituale si interrompe e riprodurlo sulle loro tele: il simbolismo.
Con Redon si ha la massima espressione di questo ideale, nei suoi quadri si materializza il mondo onirico che darà poi delle basi di riflessione per i successivi surrealisti.
Con Redon si ha la massima espressione di questo ideale, nei suoi quadri si materializza il mondo onirico che darà poi delle basi di riflessione per i successivi surrealisti.
Con Paul Gaugin la pittura en plein air viene sostituita dalla pittura a memoria che sintetizza la realtà, una realtà intima ed interiore. In disparte rispetto all’avventura impressionista si trova Van Gogh, uno dei pittori famosi più conosciuti, dove la sua opera prende strade diverse ma pare confermare la decadenza della società in cui vive. Il mondo sereno e luminoso del primo impressionismo pare essere affetto, nei suoi dipinti, da contrazioni nevrotiche che lo conducono ad un moto paranoico di dissoluzione.
Il XX Secolo – Pittori famosi
Con il XX secolo si va a definirsi ed a radicalizzarsi, grazie all’apporto dato dalle “scienze umane”, il concetto di crisi, ed è proprio nel campo dell’arte, forse la più sensibile delle attività umane, che si accentuano tali incrinature e la coscienza della crisi e della sua irreversibilità.
Nei secoli precedenti la società si occupava di tutelare e convogliare l’esprimersi delle forme artistiche. Gli artisti, a causa delle diverse condizioni politiche, economiche e sociali, si trovano davanti ad un bivio, da un lato possono assecondare una committenza anonima, che inizia ad esprimersi attraverso la mercificazione dell’arte e l’industria culturale appoggiandone incondizionatamente le scelte ideologiche, gli obiettivi politici, dall’altro possono decidere di non uniformarsi , rifiutare l’integrazione ottenendo però isolamento come contropartita.
La conseguenza di questa dura scelta che i pittori del Novecento si trovano di fronte, pare portare ad un radicale stravolgimento e all’annientamento dei valori pittorici tradizionali, ai quali vengono sostituiti nuovi sperimentalismi indicativi della solitudine in cui l’arte è stata confinata nel suo opporsi alla struttura sociale contemporanea.
Il Fauvisme e il Cubismo – Pittori famosi
Nel 1905 fanno la loro comparsa i Fauves (belve, selvaggi) due anni dopo comparvero i “Cubi“, questi sono i termini con cui il critico d’arte Vauxcelles definì le due correnti nelle loro prime manifestazioni, le quali divennero i più importanti movimenti artistici del periodo, il fauvisme e il cubismo.
Tali definizioni, originariamente ironiche, riuscirono a cogliere nel segno individuando ed isolando la novità e la rottura dei due movimenti rispetto ai canoni tradizionali. I pittori famosi inquadrabili nel movimento dei fauves furono Matisse, Braque, Vlaminck, Rouault, Dufy e Derain. Furono in grado di ribaltare l’esperienza degli impressionisti. Se i pittori impressionisti ottenevano impressioni dalla realtà che poi riportavano sulle loro tele, i fauve esprimono la realtà interiore direttamente sulla tela.
I quadri dei fauves ritraggono è il materializzarsi di questa realtà emozionale attraverso l’uso di colori accesi, vividi. L’emozione dominante delle loro opere è la gioia di vivere, non a caso Joie de vivre è il titolo di un’ opera di uno dei più rappresentativi e famosi pittori di tale corrente, Matisse. La corrente pittorica ha una durata molto ridotta ma le va riconosciuto il merito di aver riscoperto l’espressività del colore.
È possibile affermare che il cubismo nasca dall’incontro di Picasso con l’ex-fauves Braque. Al centro del cubismo vi è la ricerca strutturale, l’indagine dell’oggetto, il colore acquista le caratteristiche di un elemento accessorio, spesso i pittori cubisti famosi sono monocromatici.
La spinta vitale non è più data dalla gioia di vivere ma dalla necessità di trovare una razionalità vissuta così intensamente da spingere a portare l’indagine all’interno dell’oggetto stesso, ricercandone le sue componenti, le sue relazioni volumetriche e geometriche al fine di riuscire a coglierne l’essenza della struttura.
Futurismo, Astrattismo, Surrealismo – Pittori famosi
Il trentennio fra le due guerre mondiali vede succedersi e coesistere le più disparate tendenze artistiche fra le quali il futurismo italiano di Carrà, Balla e Boccioni, l’astrattismo lirico di Klee e Kandinskij, l’astrattismo geometrico di Mondrian fino al surrealismo dei pittori famosi Dalì, Mirò, Magritte con i quali si ha l’irrompere e l’emergere del subcosciente nell’arte con il risultato di aver una pittura che racconta di un mondo allucinato dove gli impulsi dell’inconscio sembrano essere
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