Lo stagno delle ninfee, armonia verde: analisi
L’artista, negli ultimi periodi della sua vita, si ritira quasi tutti i giorni nel suo giardino in stile giapponese di Giverny,dove egli coltivava diverse piante esotiche che decoravano un ponticello di legno, ritraendone lo stesso angolo e variandone di poco
il punto di vista (che negli anni era sempre più ravvicinato) o le ore della luce. Il quadro raffigura una zona del terreno stagnante che lo stesso pittore francese realizzò, nel 1890, di fronte al suo giardino a Giverny.
il punto di vista (che negli anni era sempre più ravvicinato) o le ore della luce. Il quadro raffigura una zona del terreno stagnante che lo stesso pittore francese realizzò, nel 1890, di fronte al suo giardino a Giverny.
In questo paradiso, si trovano infatti salici, canne, nasturzi, gladioli, e sull’acqua si intravedono delle splendide ninfee. Inoltre, Monet incanalò le acque per realizzare un laghetto, e successivamente vi costruì sopra un ponticello giapponese.
Lo stagno delle ninfee, armonia verde: il quadro
Nel quadro, ammiriamo quasi esclusivamente la superficie stagnante di un acquitrino in cui si riflettono le frasche ed i fiori circostanti, mentre sulla superficie di questo specchio dai mille colori, possiamo intravedere isole di ninfee le cui corolle predominano sulle verdi foglie galleggianti. Si può ammirare il ponticello che attraversa il lago e la superficie delle acque scandita dallo scalarsi delle foglie di ninfee. Le scene sono caratterizzate ciascuna dalle tonalità dominanti tra cui: rosse, gialle, verdi o azzurre.
Monet, ancora una volta, ci regala piccole e irregolari pennellate utilizzando macchie di colore e dipingendo uno scorcio della natura che risulta, agli occhi di chi l’ammira, impareggiabile. Le tonalità usate maggiormente dall’artista sono sicuramente quelle del verde, che si fondono tra loro creando una suggestiva ed unica sinfonia di colori. In sintesi, il dipinto regala agli occhi di chi lo vede, un senso di quiete e di riposante contemplazione.
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