lunedì 16 gennaio 2017

TORINO - LE MOSTRE DEL 2017

Dalle opere di Joan Mirò a Palazzo Chiablese alle missioni di Ernesto Schiaparelli all’Egizio, dalle emozioni dei colori nella pittura — da Klee a Kandinskij, da Munch a Matisse e Fontana — alla Gam e al Castello di Rivoli, agli intarsi di Piffetti e ai riflessi delle migrazioni
nell’arte a Palazzo Madama. Ancora la collezione di Patrizia Sandretto che compie 25 anni e si presenta a novembre in via Modane, dai primi lavori alle nuove acquisizioni, una retrospettiva a 360° gradi del lavoro di Bruno Munari al Museo Fico, un omaggio al fotografo Paolo Ventura a Camera e al Teatro Regio, dove firma scene e costumi dei “Pagliacci” di Leoncavallo. E poi la moda, da Gianfranco Ferré, ancora a Palazzo Madama, alla tendenza “animalier” sui tessuti a Venaria, dove a marzo prendono il via le celebrazioni del decennale con l’esposizione dedicata alle “Regge d’Italia”, con prestiti anche dalla Reggia di Caserta e dal Quirinale.

È ricco e vario il programma delle mostre torinesi nei prossimi dodici mesi. A partire proprio da Mirò, uno dei nomi di richiamo nel panorama internazionale, che potrebbe un po’ consolare per il mancato arrivo di Manet, dirottato dal Musée d’Orsay su Milano. Vedremo da ottobre a Palazzo Chiablese 150 opere del periodo tardo, quello in cui l’artista catalano, ottenuti numerosi riconoscimenti in patria e creata nel 1972 la Fondaciò Joan Mirò a Barcellona, si dedica alla pittura quadridimensionale, alla scenografia e alle grandi sculture, senza trascurare la mail art.

Restando nell’ambito del Musei Reali, si preannunciano ancora le “Relazioni pericolose” insite nel confronto tra antico e moderno (ancora a Palazzo Chiablese, da aprile a settembre, dove il Cavalier d’Arpino e Luca Giordano competeranno con Giacomo Balla e Carlo Carrà, Andy Warhol e Gilbert & George), mentre a maggio aprirà i battenti alla Galleria Sabauda “Una diversa armonia”, nuovo allestimento, voluto dal direttore Enrica Pagella, della sezione dei Maestri Piemontesi, con settanta dipinti firmati tra gli altri da Martino Spanzotti, Defendente Ferrari, Macrino d’Alba e Gaudenzio Ferrari. Si sta inoltre ancora definendo, nella stessa pinacoteca, una possibile mostra sull’incisore e architetto del ‘700 Giambattista Piranesi.

Torniamo al moderno con la grande mostra sull’utilizzo dei “colori” nell’arte, basata su ricerche dalla memoria, alla spiritualità, alla psicologia, alla sinestesia, a partire dalle teorie “teosofiche” di Annie Besant, che sarà allestita dal 14 marzo al 23 luglio alla Gam e al Castello di Rivoli: curata dal direttore Carolyn Christov-Bakargiev, con Elena Volpato, Marcella Beccaria, Elif Kamisli, propone oltre 200 opere realizzate da 150 artisti dalla fine del XVII secolo a oggi. Tra questi, oltre ai citati campioni dell’astrattismo e dello spazialismo, anche Giacomo Balla e i più recenti Gerhard Richter, Damien Hirst, Olafur Eliasson. Alla Gam si lavorerà già dall’estate per preparare il nuovo allestimento, cronologico e non più tematico, delle collezioni permanenti: curato da Christov- Bakargiev, dovrebbe essere pronto entro la fine dell’anno.

Parte a marzo anche la mostra a cura di Paolo Del Vesco e Giuseppe Moiso che ricostruisce all’Egizio la prima missione archeologica italiana, guidata dal 1903 al 1920 da Ernesto Schiaparelli, scopritore della tomba di Nefertari, la consorte di Ramesse II, e della tomba di Kha, perfettamente intatta e con un ricco corredo funerario.

Palazzo Madama presenta a maggio una mostra sull’ebanista di corte Pietro Piffetti, autore di preziosi mobili intarsiati, in autunno sarà la volta di “Odissee”, rassegna a cura del direttore Guido Curto su viaggi, pellegrinaggi e migrazioni nell’arte, con opere dalle raccolte del museo e da musei internazionali.
Camera e il Teatro Regio, in collaborazione con Spazio Ersel, presentano dal 12 gennaio un “Omaggio” a Paolo Ventura, autore dei materiali di scena dei “Pagliacci” di Leoncavallo, dalla settimana prossima in piazza Castello con la regia di Gabriele Lavia. Ancora teatri, con scatti ripresi in varie città italiane, al centro delle fotografie del giapponese Hiroshi Sugimoto, da febbraio alla Fondazione Sandretto. Il 1° dello stesso mese prende il via al Museo Accorsi la mostra “Dal Futurismo al ritorno all’ordine”, con dipinti dal 1910 al 1920; il 16 apre al Museo Fico, a cura di Claudio Cerritelli, “Bruno Munari. Artista totale”, retrospettiva che documenta attraverso disegni, progetti, collage, dipinti, sculture, libri, oggetti di industrial design, l’attività creativa di un personaggio che credeva in un grande progetto di sintesi delle arti.

Nessun commento:

Posta un commento