giovedì 16 febbraio 2017

Natura morta con Bibbia di Vincent Van Gogh

Quest’opera è stata realizzata nel paese dove vivevano i genitori di Vincent Van Gogh, ovvero Neunen, proprio sette mesi dopo l’improvvisa morte del padre; sarà proprio questo spiacevole
evento a dare l’ispirazione al popolare artista olandese per la creazione di questo dipinto.
Cerchiamo adesso di fare un’analisi approfondita di questo quadro: all’interno della composizione troviamo diversi elementi, ovvero un romanzo contemporaneo al pittore, una Bibbia aperta e una candela spenta; insomma qui sono presenti tutti gli elementi tipici di una natura morta.
Ogni elemento che Vincent decide di inserire all’interno di questo quadro è molto interessante, poiché fanno tutti parte della tradizione olandese, ma d’altro canto si tira fuori da questo tradizionale schema ricollegando tutti questi oggetti alla propria personalità ed identità. Cerchiamo di capire meglio.
La Bibbia che troneggia nella parte centrale del quadro è aperta proprio al capitolo 53 del Libro di Isaia, un passo molto popolare e che indica la forte fede del pittore, alla quale si affida completamente, dovuto soprattutto all’educazione prettamente religiosa che gli è stata instillata dalla sua famiglia; la candela spenta sulla destra del quadro, invece indica la debolezza e la caducità della vita. Da non dimenticare anche il romanzo in primo piano, ovvero il libro “La joie de vivre” del popolare scrittore Émile Zola.
La scelta di inserire quest’opera in contrapposizione alla grande Bibbia più in alto è volontaria, poiché rappresenta la forte tensione e ovviamente, contrasto morale ed ideologico tra Vincent Van Gogh e suo padre, dove quest’ultimo, a quanto pare, odiava Zola e anche altri scrittori naturalisti francesi.

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