sabato 21 gennaio 2017

BEATO ANGELICO

Beato Angelico nasce a Vicchio (Toscana) nel 1395 ed è un artista appartenente al primo Rinascimento che armonizza la vita di devoto monaco con quella del pittore a tempo pieno.
Le opere Guido di Pietro Trosini o “fra” Giovanni da Fiesole (anche questi, suoi nomi) sono a carattere religioso e, proprio per questa ragione, insieme a quella della sua grande e straordinaria umanità, gli viene attribuito l’appellativo di Beato Angelico.
Appartenente all’ordine dei frati domenicani, compie la sua prima formazione artistica in ambito fiorentino, nelle botteghe di Gherardo Stamina e Lorenzo Monaco: nelle sue prime opere si denotano gli influssi di quest’ultimo  negli effetti di alta luminosità, tanto da annientare quelli delle ombreggiature, e nell’uso vigoroso di colori forti ed accesi fino al raggiungimento dell’innaturale. Più tardi sentirà gli influssi di Masaccio e la sua pittura avrà una luminosità diafana che metterà in risalto le figure delle varie composizioni.
Trittico di Perugia,  Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia e Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano, Roma.
Trittico di Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia e Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano
Angelico unisce l’influenza del Masaccio all’elegante e decorativo linguaggio gotico di Gentile da Fabriano e già conosce le teorie della prospettiva. La sua maestria nella creazione di immagini monumentali, nella rappresentazione del movimento e la forza che porta ai piani secondari usando le teorie della prospettiva lineare, lo colloca fra i grandi pittori del Rinascimento.
Fra le sue prime ed importanti opere ci arrivano il “Cristo nella gloria con santi e angeli” custodito nella National Gallery di Londra e la “Madonna delle stelle” (Firenze).
Incoronazione della Vergine, cm. 112 x 114, Galleria degli Uffizi, Firenze.
Incoronazione della Vergine, cm. 112 x 114, Galleria degli Uffizi, Firenze.
Dello stesso periodo risultano essere le opere: “Incoronazione della Vergine”, “Il Giudizio” e la “Deposizione”.
La completa maturità del suo stile si denota nella ”Madonna dei tessitori di tela” (S. Marco, 1433). Nel 1436 i frati domenicani vennero spostati al convento di S. Marco a Firenze poco dopo la restaurazione della struttura realizzata da Michelozzo. Qui il Beato Angelico, aiutato da alcuni collaboratori, affresca gran parte del chiostro, delle entrate delle numerose celle, dei corridoi del piano superiore e della casa del capitolo. Le opere più significative sono il “Cristo pellegrino”, la “Crocifissione” e la “Trasfigurazione”.
La pala (si veda la descrizione della Pala di s. Marco) realizzata per il convento di San Marco, intorno al 1439, risulta essere una fra le prime opere identificate come Conversazione Sacra: i santi e gli angeli che fiancheggiano la Madonna sembrano dividersi spazi comuni.
Pala di San Marco – tavola principale (Museo di San Marco) e predella (vari musei nel mondo).
Pala di San Marco – tavola principale (Museo di San Marco) e predella (vari musei nel mondo).
Nel 1445 Beato Angelico viene convocato in Vaticano dal papa Eugenio IV per affrescare la Cappella del Sacramento. Nel 1447 soggiorna ad Orvieto per affrescare, con il suo aiutante Benozzo Gozzoli, la cattedrale. Dal 1447 al 1449 si trova di nuovo in Vaticano per affrescare, nella Cappella di papa Nicola, altre importanti opere come quella dei santi Lorenzo e Stefano (qualche studioso gliele attribuisce ma possono essere state eseguite dai suoi assistenti). Nel 1449  Beato Angelico diventa priore del convento e muore a Roma il 18 marzo 1455 nel convento domenicano.

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