Il quadro appartiene ad uno dei periodi più floridi della produzione del pittore Van Gogh; quest’ultimo, infatti, nel 1890 ha realizzato più di 100 tele. La chiesa di Auvers è stata realizzata dal pittore dopo che quest’ultimo ha abbandonato l’ospedale psichiatrico di Saint-Rémy e si è diretto verso il nord della Francia, abbandonando i luoghi in cui è stato precedentemente.
Durante il suo spostamento, si fermò per un breve periodo presso il fratello Theo, il quale è stato esclusivo destinatario di un gran numero di lettere che l’artista gli spedì per tutto il periodo
della propria attività pittorica. Dopo essersi rimesso in viaggio, arrivò ad Auvers-sur-Oise, un piccolo paese dove avrebbe incontrato successivamente un altro bravo dottore, Paul Gachet, il quale lo avrebbe preso in cura per farlo ristabilire appieno.
Durante la sua permanenza qui, Van Gogh realizzò tantissimi quadri come già detto in precedenza, e la chiesa di Auvers è di certo una delle opere più belle ed interessanti. L’edificio esiste realmente, ma quest’ultimo è stato “trasformato” dalla mente e dalla vista dell’autore del quadro, il quale ha unito all’architettura effettiva dell’edificio, alcuni elementi dei paesaggi nordici che hanno accompagnato l’infanzia di Van Gogh.
A rendere certa questa teoria è il fatto che all’interno de la chiesa di Auvers (così come in altre tele appartenenti allo stesso periodo) ci siano degli edifici minuti con il tetto di tegole, gli stessi che vi erano nei luoghi di infanzia di Van Gogh; altra prova è una lettera che il pittore mandò alla sorella Wilhelmina all’interno della quale cita esplicitamente il quadro come una reminiscenza del mondo nordico.
Prendendo in considerazione l’illuminazione si può notare che la scena è ambientata nel momento in cui il sole domina tutta la scena, proiettando le ombre degli oggetti in modo ben chiaro, mentre la chiesa è oscurata dalla propria ombra.
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