venerdì 3 febbraio 2017

LA VENERE DI MILO - ANALISI DELL'OPERA


Tra le innumerevoli statue Venere realizzate nei secoli, questa, proveniente direttamente dal mondo della statuaria greca, è una delle rappresentazioni più conosciute (come anche la Venere di Botticelli) in tutto il mondo.
In origine, gli studiosi hanno ritenuto che l’autore di questa statua della Venere greca, fosse Prassitele; in seguito, dopo aver effettuato delle analisi più approfondite, grazie alla scoperta di una scritta presente sul basamento della statua, la Venere di Milo è stata attribuita ad Alessandro di Antiochia.

La storia della scoperta della statua, (conosciuta, a livello internazionale anche con il nome di Venus de Milo) risale al 1820, quando il contadino Yorgos Kentrotas ritrovò questa statua, presso le rovine della città di Milos.
Ci sono innumerevoli punti nella storia del contadino che, purtroppo, sono troppo poco chiari riguardo il ritrovamento della statua; in ogni caso, l’opera dopo essere stata ritrovata, in seguito, grazie all’intervento di due ufficiali navali francesi, Olivier Voutier e Jules Dumont d’Urville, la Venere Milo venne riconosciuta, e la fecero acquistare dall’ambasciatore francese in Turchia.
Nonostante le storie sul ritrovamento delle Veneri di Milo non siano completamente veritiere e supportate da un numero sufficiente di fonti, si da per certo che il capolavoro, fu scoperto con le braccia completamente mancanti dal busto.

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